L’Imu non sarà una stangata solo per i proprietari di case, ma anche per gli inquilini, per le aziende, e per gli agricoltori. A fare i conti sull’impatto del ritorno dell’Ici sotto nuova sigla sono tre distinti studi, della Cgil, della Cgia di Mestre e di Coldiretti.
Secondo il Dipartimento ambiente e territorio della Cgil l’applicazione dell’Imu rischia di far salire il costo degli affitti, che in fase di rinnovo dei contratti potrebbero passare da concordati a liberi con un aumento stimato tra il 20 e il 30%. Per le seconde case, infatti, i Comuni potranno applicare una maggiorazione all’aliquota base e non c’é distinzione tra appartamento affittato a canone libero o concordato: la tassazione aumenta comunque. Per questo, secondo lo studio, ”è presumibile che in fase di rinnovo i contratti concordati, circa 600mila secondo le stime della Cgil diventeranno liberi, senza limite di canone e con un aumento stimato tra il 20 e il 30%”. In questo modo per un alloggio medio di circa 80 mq in zona semicentrale a Milano, dove con un contratto concordato si riusciva a far applicare un canone di circa 950 euro, in fase di rinnovo, con il passaggio a un canone libero la cifra salirebbe a circa 1.400 euro. A Roma, per la stessa tipologia di immobile, si potrà passare da 900 a 1.300 e a Napoli da 700 a mille.
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