Questa volta, le difficoltà sono in campo francese, dopo la proposta avanzata dai soci italiani riuniti in Delmi, di vendere la propria quota in Edison a Edf, mentre con il ricavato essi acquisirebbero tutta la controllata Edipower e relativo debito. Infatti, per Delmi i conti sono presto fatti: azioni Edison vendute a un prezzo unitario tra 0,885-1 euro, con il ricavato di 1,3-1,6 miliardi essi acquisterebbero tutta Edipower e ai francesi, divenuti così unici controllanti Edison, verrebbero assicurati i contratti di fornitura del gas per l’attuale controllata.
E se gli advisor Goldman Sachs e Rotschild confermano le analisi di Edf della necessità di una ricapitalizzazione di Edison, per apportare risorse fresche, gli italiani al momento non sembrano saperne e Parigi non è più così forte nei loro confronti, per via di quel “prendere o lasciare” lanciatole dall’assessore al bilancio del Comune di Milano, Bruno Tabacci, che lascia intendere che dietro alla prova di forza di Delmi vi sia lo stesso governo, che per bocca del ministro Corrado Passera, ha definito Edison un “asset strategico“, come a marzo aveva fatto l’ex ministro dell’economia, Giulio Tremonti, che bloccò l’accordo Delmi-Edf.
Dal loro canto, i francesi non vorrebbero risentire parlare di nuovo accordo e puntano a mantenere quello raggiunto alla fine di ottobre, ma che adesso sembra davvero non essere più il punto di discussione tra le parti.
Il cda di ieri, nelle intenzioni di Edf, avrebbe dovuto essere decisivo, ma così non è stato, tanto che è stato aggiornato al prossimo 30 dicembre. C’è tutta la sensazione che gli italiani abbiano ora il vento in poppa.
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