E’ muro contro muro tra il governo e i sindacati confederali, riguardo alla proposta del ministro del lavoro, Elsa Fornero, di modificare l’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, quello per intenderci, che regola i licenziamenti. L’obiettivo del governo sarebbe di rendere più flessibile il contratto a tempo indeterminato, rendendo più facili i licenziamenti, ma allo stesso tempo fare in modo che si ponga fine alla pratica dei contratti atipici e a tempo determinato, considerati precari.
Tuttavia, la reazione di Cgil, Cisl e Uil è stata di totale chiusura sul tema. Il segretario della Cgi, Susanna Camusso, ha detto di essere stupita che un accanimento così duro contro i lavoratori venga da una donna. A sua volta, il ministro Fornero si è detta dispiaciuta per l’attacco personale, che rimanda a un passato non proprio per il quale essere fieri.
Chiusura anche da Cisl e Uil, sindacati che si sono sentiti messi da parte dal nuovo governo tecnico, che in queste prime settimane di vita ha preferito un dialogo diretto solo con la Cgil, considerato unico vero eventuale ostacolo alle riforme. La contrapposizione è così durissima, ma molti non disperano di arrivare a una qualche trattativa, magari mirando a un punto di incontro.
Una ipotesi sarebbe di rendere più flessibile i licenziamenti con il contratto a tempo indeterminato, ma allo stesso tempo, i contratti cosiddetti atipici sarebbero disincentivati, nel senso che potrebbero essere fatti costare di più, in modo da renderli meno preferibili ai primi.
Tuttavia, la questione, come spiegano anche da fonti sindacali, è più ideologica che pratica. Per questo, siamo forse alla vigilia di uno scontro come non si vedeva da anni.