Siamo vicinissimi al punto di non ritorno, tanto che si diffonde voce che l’Italia stia per chiedere una linea di credito straordinario all’Europa. La ragione sta in quel che è accaduto ieri all’asta del Tesoro, che ha collocato BoT a sei mesi e CTz per complessivi 10 miliardi.
I BoT semestrali sono stati emessi per un valore di 8 miliardi, contro una domanda di 11,7 miliardi. Il rendimento è esploso al 6,504% dal precedente 3,535% di un solo mese fa. I CTz biennali per 2 miliardi hanno subito anch’essi un’impennata dei rendimenti, passati al 7,814% dal 4,628%.
Stando a questi dati, se tutte le aste del 2012 dovessero attestarsi su questi livelli di rendimento, essendo i BoT emessi dal Tesoro intorno a 140 miliardi, solo questi ci costerebbero 4-4,5 miliardi in più per il loro rifinanziamento, rispetto al gia cupissimo scenario di un tasso medio al 3,5%.
Sommando anche il maggiore costo dei CTz, si arriverebbe a un maggiore costo solo per BoT e CTz in un anno per 10 miliardi, rispetto alle ultime previsioni del governo. Si calcola che ciò sarebbe sostenibile nel 2012, ma il protrarsi per almeno un paio di anni di questa situazione renderebbe il rifinanziamento del nostro debito insostenibile.
E non è un caso che il timore di un default abbia pesato ieri soprattutto sui titoli con durata residua di breve e medio termine. I biennali hanno oltrepassato il rendimento dell’8%, mentre i quinquennali si aggirano sul 7,92%, contro il 7,4% circa dei decennali. A loro volta, questi ultimi offrono rendimenti maggiori dei titoli trentennali. In altri termini, la curva dei rendimenti è diventata decrescente segnalando il maggiore rischio avvertito per le scadenze più brevi.
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