Lorenzo Bini Smaghi ha ufficializzato le sue dimissioni da membro del comitato esecutivo della BCE, incarico che avrebbe dovuto ricoprire fino al maggio del 2013. Il gesto è dovuto alla richiesta esplicita di lasciare da parte di Italia e Francia, in seguito all’arrivo di Mario Draghi a Francoforte, come nuovo governatore centrale al posto di Jean-Claude Trichet.
L’Italia era, infatti, così rappresentata da due uomini, mentre nessuno per la Francia, dopo la fine del mandato di Trichet e questo aveva creato tensione tra Roma e Parigi, con Sarkozy che chiedeva le dimissioni al banchiere toscano.
Quando ieri sono state comunicate, sia Draghi che il presidente Napolitano hanno sottolineato il suo ruolo nella difesa dell’autonomia della BCE, una nota che ha forse voluto evidenziare come l’Eurotower non possa essere messa sotto scacco da questioni ed equilibri politici, dato che lo Statuto le assegna un’autonomia dalla sfera politica, considerata imprescindibile per la credibilità stessa della politica di Francoforte.
Ufficialmente, Bini Smaghi ha ricevuto un incarico prestigioso alla Harvard University, negli USA, dove potrebbe ottenere una cattedra da docente al Centro per gli affari internazionali, a partire dall’1 gennaio 2012.
Ma rumors lo vorrebbero a Roma, quale possibile nuovo ministro dell’economia, magari in un governo tecnico a guida Mario Monti o di altri, mentre non è escluso nemmeno che possa occupare la poltrona di presidente dell’Antitrust, visto che Antonio Catricalà è dato in uscita, forse anch’egli per un ruolo di governo.
Di certo, si chiude un contenzioso tra Italia e Francia, che andava avanti da molte settimane, anche se il nostro Paese ha dimostrato di tenere maggiormente ai rapporti di buon vicinato più che alla difesa delle prerogative dell’istituto di Francoforte. Bene ha fatto, semmai, Bini Smaghi ad annunciare il suo addio con i suoi tempi, senza dimostrarsi prono ai voleri politici.
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