Una seduta drammatica, ai limiti della schizofrenia, quella che si è avuta ieri sul mercato secondario dei bond, dove i nostri BTp sono stati oggetto di una vera ondata di vendite, che ne ha fatto impennare i rendimenti, fino ad arrivare al 7,4% sul decennale e oltre quota 7,5% sul quinquennale.
Lo spread, che il giorno prima aveva chiuso intorno a 490 punti base rispetto ai Bund tedeschi sui 10 anni, è schizzato di ora in ora, fino a quota 576 punti, per poi ripiegare lievemente a 558 bp. Una tragedia, che potrebbe essere seguito da un crollo ancora peggiore e un’impennata ulteriore dei rendimenti.
I motivi di questa follia sono da ricercare in due eventi che hanno caratterizzato la seduta di ieri. Il primo è l’annuncio della stanza di compensazione Lch Clearnet, la seconda nel campo delle negoziazioni dei titoli di stato, di aumentare la richiesta dei margini di garanzia per i BTp italiani, che per il segmento a 7 e a 10 anni vengono innalzati dal 6,65% all’11,65%.
Per i BTp tra i 15 e i 30, il margine viene elevato al 20%, mentre per quelli tra 1,25 e 2 anni al 6,50%. Di conseguenza, aumentano i costi di detenzione dei nostri bond, con un’inevitabile impennata delle vendite, anche per l’effetto psicologico tragico di considerare ormai i nostri titoli a rischio.
Altro evento che ha inciso in negativo è stato poi l’annuncio del premier di dimettersi dopo l’approvazione della legge di stabilità, cosa che non solo non ha rinvigorito i mercati, come molti con faciloneria spicciola si attendevano, ma anzi li ha esposti alla consapevolezza dell’ignoto che potrebbe essere lo scenario dell’Italia nei prossimi mesi.
Non è facile fare analisi sul futuro anche molto prossimo, ma c’è la netta sensazione che la crisi dei nostri bond potrebbe anche peggiorare e di molto.
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.