I pellegrini oltre ad una fede religiosa hanno una coscienza ambientale, e per fare i loro spostamenti cercano di diminuire l’impatto sull’ambiente.
Divieto di transito per automobili e moto sulle strade di pellegrinaggion tra Kano e Nigeria, pannelli solari sui tetti della cattedrale di St. Albans, Regno Unito, acqua pulita distribuita a migliaia di pellegrini ad Amritsar in India, foreste di alberi piantati intorno ai luoghi sacri ad Etchmiadzin in Armenia, autoproduzione del cibo per monaci e pellegrini a St. Pishoy in Egitto, cibo a chilometri zero, riduzione delle bottiglie di plastica e viaggi nella natura per i pellegrini anche ad Assisi: sono solo alcune delle iniziative programmate dai membri fondatori del Green Pilgrimage Network, la prima Rete per ridurre l’impatto ambientale dei pellegrinaggi che muovono ogni anno 100 milioni di pellegrini. Il Green Pilgrimage Network è stato presentato ad Assisi dall’Alleanza Religioni e Conservazione (Arc), in collaborazione con il WWF.
Nella città di San Francesco, simbolo dell’amore per la natura, si sono riuniti rappresentanti di 15 tradizioni religiose provenienti da tutto il mondo insieme a organizzazioni laiche e ambientaliste globali, per lanciare il Network in grandi centri di pellegrinaggio nel mondo tra cui Assisi, Gerusalemme, Amristar in India, la città santa dei Sikh, Louguandai in Cina per i taoisti, St Albans per la chiesa anglicana, e ricordare 25 anni di storia del movimento religione-ambiente, nato nel 1986 sempre ad Assisi da un’idea dell’allora presidente del WWF internazionale, il Principe Filippo di Edimburgo.”Città dalla Cina alla Norvegia e fedi provenienti da tutto il mondo oggi si sono impegnate a rendere una delle esperienze religiose più intense, il pellegrinaggio, testimonianza vivente di un impegno per proteggere il nostro pianeta , ha affermato Martin Palmer, segretario generale di Arc. Questa idea non appartiene solo ai soci fondatori del network, di Arc o del WWF, ma è un invito a tutti i luoghi santi del mondo perché mettano in pratica ciò che insegnano, ovvero che quando camminiamo su questo pianeta, camminiamo su una terra sacra”.
All’incontro era presente la Principessa Michael di Kent, in rappresentanza del Principe Filippo di Edimburgo, che ha letto un suo messaggio, nel quale ricorda l’evento di Assisi del 1986: “Dentro di me era nata l’idea che chiunque creda che la vita sia stata creata da Dio debba sentire un senso di responsabilità nel proteggere l’opera di Dio. L’iniziativa ha avuto molto più successo di quanto mi aspettassi e da quel singolo evento di 25 anni fa è nato uno dei più importanti movimenti al mondo per la conservazione della natura”
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