Gli analisti americani riprendono a sconsigliare di investire in Europa. Essi sostengono che gli europei sono al settimo o ottavo tentativo di soggiogare questa crisi, ma non credono che avrà esito positivo. Qualcuno ricorda anche la crisi finanziaria del Giappone di qualche tempo fa, puntualizzando che le banche giapponesi furono costrette a enormi svalutazioni sui crediti inesigibili.
Molte banche giapponesi fallirono, mentre quelle che sono riuscite a superare la crisi fecero una fortuna. Qualcun’altro sostiene che i banchieri centrali del mondo credono ancora di poter salvare il sistema bancario europeo, ma alla fine ritengono che non ci riusciranno.
L’ultimo piano per preservare l’Unione Europea e salvare il settore bancario mondiale è quello di costringere le banche europee per aumentare il loro capitale azionario. L’obiettivo, naturalmente, è quello di ripristinare la fiducia e la stabilità. Ma tanti analisti e investitori esperti americani sostengono che non basterà. Secondo il Fondo monetario internazionale, allo stato attuale, la carenza di capitale è di circa 200 miliardi di euro. Qualche analista americano ritiene che sia sottostimato e che la carenza di capitale sia più vicina a 1000 miliardi di euro, viste tutte le partecipazioni incrociate e la catena di esposizione che rende, attualmente, l’intero sistema bancario più simile ad un formaggio svizzero.
Perché ritengono che la ricapitalizzazione non funzionerà?
Perchè pensano che i ministri dell’Unione europea stanno per immettere del capitale nel sistema bancario senza sapere quanto ne abbia bisogno o esattamente dove metterlo. Difficile da credere, ma grazie alla natura opaca dei mercati dei derivati, nessuno può essere sicuro esattamente dell’esposizione di una qualsiasi banca o istituzione finanziaria. Le banche sane che non hanno bisogno di capitali ma li otterranno comunque, commenta Rainer Skierka, analista di stock presso Bank Sarasin & Cie AG, e questo comporterà una diluizione di massa per gli azionisti.
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