Fino a pochi anni fa nessuno pensava che una banca potesse fallire, poi è scoppiato il caso Lehman Brothers Holdings Inc, con una crisi economica che ci perseguita ancora oggi, così quando si è presentato il caso Dexia, subito ci si è allarmati.
L’agenzia di rating Moody’s ha deciso di declassare 12 istituti inglesi tra i quali Rbs, Lloyds e Santander Uk.
Questo ha reso indispensabile, per tutte le banche europee una corposa ricapitalizzazione nell’ambito di una più generale azione di sostegno al sistema creditizio, che vede i due leader dell’Unione, Nicolas Sarkozy e Angela Merkel concordi. Secondo alcune fonti autorevoli, l’Unione europea, avrebbe chiesto all’EBA, European banking authority, di aggiornare gli stress test condotti sulle banche europee prima dei tre tumultuosi mesi estivi dei mercati finanziari, con l’obiettivo proprio di determinare quale potrebbe essere l’impatto con un possibile default sovrano sulla capitalizzazione degli istituti bancari.
In base alle prime stime diffuse dagli esperti, sarebbero necessari circa 200 miliardi di euro. Morgan Stanley, basandosi sulle peggiori 55 banche europee, che hanno superato meno brillantemente gli stress test dell’EBA, che comprendono le Italiane Unicredit, Banco Popolare, UBI Banca e MPS ma non Intesa Sanpaolo, che era risultata tra le migliori, in un report del 7 ottobre scorso arriva a determinare in 152 miliardi la cifra necessaria per la ricapitalizzazione.
Così Standard & Poor’s se la prende anche con 15 banche italiane, che da stabile le porta a negative. Per 7 di queste, fra cui Intesa Sanpaolo, Mediobanca e BNL, è stato anche allineato il rating verso il basso.
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