La delicatissima situazione egiziana spinge un’altra agenzia di ratings, dopo Moody’s è la volta di Standars and Poor’s, a tagliare il rating sul debito sovrano da Bb+ a Bb, e di ipotizzare un nuovo abbassamento entro tre mesi a causa dell’instabilità politica nel paese.
«Dal nostro punto di vista, l’instabilità politica e i disordini rallenteranno la crescita economica dell’Egitto e avranno un effetto sulle sue finanze pubbliche» afferma S & P in un comunicato. Il declassamento di oggi non toglie comunque che l’Egitto resti nel novero dei Paesi il cui debito è considerato «solvibile».Inoltre S & P dice di «mettere il debito a lungo termine dell’Egitto sotto un outlook negativo.
Queste invece le parole dei vertici politic egiziani: «Sono per un’uscita onorevole per il presidente Mubarak», ha dichiarato l’ oppositore Mohamed ElBaradei, mentre centinaia di migliaia di manifestanti rivendicavano le dimissioni del presidente in carica da trent’anni. «Volteremo pagina. Quanto al passato, perdoniamo», ha aggiunto, lasciando intuire che il presidente egiziano non sarebbe processato se lasciasse il potere, come chiedono i dimostranti e l’opposizione.
Opinioni che non riscuotono però unanime consenso nell’ambito del movimento di contestazione. «Vogliamo che Mubarak sia processato. ElBaradei non parla a nostro nome», ha detto l’attivista Mohamed Waked del gruppo di opposizione Kefaya («basta!» in egiziano). Un quadro quindi ancora molto confuso, su cui si staglia l’ombra inquietante dei Fratelli Musulmani, l’organizzazione islamica integralista che sostiene per il momento ElBaradei.
fonte dati MF
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