Nell’accezione comune, i termini dissesto idrogeologico e rischio idrogeologico vengono usati per definire tutti i fenomeni e i danni reali o potenziali che possono essere causati dalle acque in generale, siano esse superficiali, in forma liquida o solida, o sotterranee.
Proprio per evitare manifestazioni più tipiche di fenomeni idrogeologici, ovvero frane, alluvioni, erosioni costiere, subsidenze e valanghe, al nostro paese servono notevoli risorse.
Per questo il governo, avendo recuperato dei fondi, ha deciso si stanziarne trecento milioni immediatamente spendibili e 500 milioni, per il Fondo per le aree sottoutilizzate o FAS e per il dissesto idrogeologico.
Il Consiglio dei Ministri, nel corso dell’esame della Legge di Stabilità, ha integrato le risorse del Ministero dell’Ambiente con ulteriori 300 milioni, di cui 150 a valere sui fondi della banda larga e 150 sulla quota nazionale del Fondi di Servizio.
Inoltre, spiega una nota del ministero dell’Ambiente, per dare continuità nei prossimi anni alle politiche per la prevenzione del dissesto idrogeologico sono stati previsti per il ministero dell’Ambiente 500 milioni di fondi FAS.
I fondi destinati a prevenire i rischi idrogeologici saranno sicuramente pochi per mettere in sicurezza tutto il territorio nazionale, ma per fortuna si comincia a pensare anche a questo problema, e non solamente per contare i danni.
Il Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con il Dipartimento dei Servizi Tecnici Nazionali, il Dipartimento della Protezione Civile e ANPA, ha individuato, anche sulla base dei dati disponibili presso la Protezione Civile e l’Autorità di Bacino del Po, i comuni su tutto il territorio nazionale soggetti a rischio di alluvioni, frane e valanghe (limitatamente alle Alpi centro-occidentali).
Sono 1173 i comuni a rischio molto elevato e 2498 i comuni a rischio elevato. Rispetto agli oltre 8100 comuni italiani si tratta rispettivamente del 14,5% e del 30,8%. La Lombardia guida la preoccupante classifica sia per numero complessivo di comuni a rischio (687 comuni) sia per la classe a rischio molto elevato (279 comuni). Segue la regione Piemonte con 651 comuni a rischio di cui 119 a rischio molto elevato. Nel Centro-sud la Campania risulta essere la regione con il maggior numero di comuni a rischio: 291, di cui 144 a rischio molto elevato. In temini percentuali l’Umbria ed il Molise guidano rispettivamente le classifiche del rischio globale Umbria 89,1% dei comuni sono a rischio) e del rischio molto elevato (Molise 51% dei comuni sono a rischio molto elevato).Per i comuni del bacino del Po il rischio è più alto anche perché si è tenuto conto del rischio valanghe.
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