L’economia sommersa in Italia vale tra un minimo del 16,1% e un massimo del 17,8%. Lo dicono gli esperti che lavorano nella commissione per la riforma fiscale che si occupa di «economia non osservata e flussi finanziari». Le elaborazioni, fatte dall’Istat su dati 2005, sono le più aggiornate ed entrano nel dettaglio rispetto ai dati del lavoro in nero.
Il record spetta al settore «alberghi e pubblici esercizi», per i quali si aggira attorno al 56,8%, che supera anche il «nero» dei lavori del settore dei servizi domestici di colf e badanti che si ferma al 52,9%. A pari merito, l’agricoltura (31,1% di sommerso) e il commercio (che è al 21,7%). La tabella è stata elaborata tenendo conto di «correzioni» statistiche sugli introiti, i costi interni delle imprese, la dissimulazione dell’attività produttiva sul lavoro non regolare, e stime indipendenti di offerta e domanda. Emerge così che il sommerso nel settore industria tocca l’11,7%, il 21,7% nei servizi e il 31,1% nell’agricoltura.
La vera novità sono i dettagli dello studio ISTAT. Per il comparto dell’industria il lavoro nero è più evidente nel settore edilizio, che arriva al 28,4%, seguito dal tessile-abbigliamento-calzature che è al 13,7%, dagli alimentari (10,7%). Più virtuosi sono i settori dell’elettricità, il gas e l’acqua (1,8%). Più evidente è l’economia in nero nel settore dei servizi. Il vertice è – come abbiamo visto – per gli alberghi e i pubblici esercizi (56,8%), ma sono anche presenti i servizi domestici (52,9), seguiti da «istruzione, sanità e altri servizi»(al 36,8%), trasporti e comunicazioni (33,9%), commercio (32,1%); servizi alle imprese (21,5%). L’unico settore con un sommerso sotto le due cifre è il «credito e assicurazione» con 6,4%.
Gli evasori dovrebbero avere comunque vita sempre più difficile. Il Fisco, infatti, dispone ormai di una rete di informazioni capillare sulle operazioni commerciali.
Il direttore generale Fipe ritiene sconcertante leggere i dati emersi dalla commissione che sta lavorando sulla riforma fiscale. Questi dati significano che sono sballati molti dei conti italiani, a cominciare dal Pil per finire alla contabilità nazionale. Dai dati ufficiali Inps risulta che il comparto dà lavoro a 700mila dipendenti e a 300mila indipendenti. Queste cifre fotografano la situazione reale? Questo significherebbe che il margine di manovra per il recupero dell’evasione delle tasse, è ancora molto ampio.
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