Dopo la manovra estiva per mettere in ordine i conti dello Stato, serve ora la manovra per la crescita, che permetta alla nazione di uscire dal pantano della stagnazione e della bassa crescita: sono parole che ormai sentiamo da tempo, senza che però da parte del governo vi sia stato qualche indizio su come si intende favorire la ripresa. Dopo settimane iniziano ad arrivare le prime indiscrezioni, per bocca del ministro del welfare Sacconi.
Prima di tutto i tempi. Il ministro ha infatti dichiarato: «Credo che nell’arco di non molti giorni questo provvedimento verrà varato, nell’ambito della prossima settimana», anche se in merito dobbiamo sperare che non debba essere modificato più e più volte per discrepanze all’interno della maggioranza, come già accaduto in passato, in modo da ritardarne l’arrivo.
Poi i contenuti, continua il ministro: «Le due misure al centro del decreto non sono poca cosa: le infrastrutture vanno realizzate con più tempestività, servono porti, aeroporti e banda larga, le opere di viabilità» per evitare i «tanti colli di bottiglia». Nello specifico «il principale provvedimento che verrà varato è dedicato a fluidificare l’esecuzione delle opere», mentre il secondo, sulla semplificazione, «è un ulteriore pacchetto di deregolazione per aumentare la capacità di investire delle imprese».
A tutte queste promesse rispondono i costruttori edili: «Il tempo è scaduto, facciamo sul serio, non vogliamo entrare nei meccanismi della discussione politica ma il decreto sviluppo è l’ultimo elemento di credibilità che diamo al governo», a quanto pare scettici sui modi e i tempi, che lo vedono come ultima spiaggia per l’esecutivo.
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