Non si è arrivati all’accordo tra i sindacati e l’Irisbus (Iveco) in merito alla vertenza che ormai da tempo interessa azienda e lavoratori. In particolare le parti sociali hanno rifiutato il piano proposto dal ministro dello sviluppo economico Paolo Romani: bloccare la chiusura dello stabilimento di Valle Ufita in Campania, in modo che le parti potessero trattare meglio.
Enzo Masini, uscendo dall’incontro nella capitale a cui hanno partecipato Governo, azienda e parti sociali, ha dichiarato che :«Il ministro ha tentato una mediazione ma noi avremmo dovuto sottoscrivere un accordo che sostanzialmente diceva che dal 1° novembre Fiat Industrial (titolare di Irisbus, ndr) poteva decidere di fare quello che voleva». Il nuovo appuntamento per le parti è stato fissato per il 7 settembre e l’auspicio del sindacato è che « il Governo presenterà un piano dei trasporti che stanzi risorse necessarie a riattivare la produzione».
Dalla Cisl invece Bruno Vitali ha affermato che: «Abbiamo provato fino all’ultimo, ma il contesto ha reso impossibile una mediazione. Il ministro non è riuscito a trovare un punto d’incontro perchè la proposta è stata considerata un bicchiere mezzo vuoto»
Dalla Uilm invece le parole sono state: «La proposta del ministro purtroppo non è riuscita a ricomporre la vicenda poichè non faceva altro che procrastinare di due mesi la cessione dello stabilimento, che è il vero nodo del contendere […] se anche da un lato riuscisse a tutelare i 700 lavoratori di Irisbus, lascerebbe comunque scoperti gli altri 700 dell’indotto e impoverirebbe l’industria del territorio»
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