Negli Usa i critici sarcasticamente commentano che il circo conosciuto come il “dibattito sul tetto del debito pubblico” dovrebbe aver lasciato le città, almeno per il momento, lasciando la luce dei riflettori a quello che è stato definito 2un triste pagliaccio lasciato in piedi al centro del ring”. Con queste parole si riferiscono al presidente della Federal Reserve, Ben S. Bernanke, altrimenti noto per gli Stati Uniti come Helicopter Ben. Bernanke si è guadagnato il soprannome di “Helicopter Ben” da un discorso del 2002, nel momento in cui era in atto la bolla speculativa sulle abitazioni, annunciava che la deflazione fosse una preoccupazione reale e che una soluzione possibile sarebbe stata quella di sorvolare tutto il paese lasciando cadere banconote da 100 dollari dagli elicotteri. I commentatori sostengono che per quanto strano possa sembrare, questo sarebbe stati approccio migliore rispetto a quello che ha finito per assumere.
Ironicamente viene fatto notare che le piccole città del Midwest e dei poveri lavoratori di questi ambienti urbani oppressi, come Cleveland e Detroit, avrebbero certamente gradito la visita di questo gentile Babbo Natale e che avrebbero fatto buon uso di quei soldi. Tuttavia viene puntulamente fatto notare che l’elicottero Bernanke ha solo aleggiato su Wall Street, e la sua generosità non ha avuto un buon effetto sull’economia degli Stati Uniti.
Gli analisti sostengono che i suoi primi risultati sono stati l’aumento dell’inflazione, l’aumento della disoccupazione ed oneri finanziari più elevati per gli americani medi. Sembrerebb proprio che l’unico effetto delle politiche di Bernanke sia riuscito a sopprimere la crescita economica.
Negli Stati Uniti, il prodotto interno lordo (PIL) è aumentato del solo 1,3 % nel secondo trimestre, dando indicazione che la ripresa economica sia troppo traballante da temere di rovesciarsi completamente nella seconda metà dell’anno. Ma qualche analista teme che Helicopter Ben stia preparando un altro round di acquisti del Tesoro, avendo Bernanke sostenuto, in una testimonianza al Congresso nel mese di luglio, che la Fed potrebbe studiare la possibilità di nuove acquisizioni di obbligazioni.
Eppure le prime due fasi di acquisto hanno dato effetto contrario, proponendo la più grande battuta d’arresto dell’inflazione. I prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati a un ritmo del 3,6 % fino a giugno di quest’anno. I prezzi del cibo e del carburante hanno fornito l’impulso per la maggior parte di tale aumento. I prezzi del petrolio sono saliti del 23 % dall’inizio dell’anno, raggiungendo il picco di 113,39 dollari a fine aprile. Nel frattempo, alla fine di giugno, i prezzi nei negozi di alimentari sono aumentati del 4,7 % rispetto ad un anno fa, secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. I prezzi della carne bovina cresce dell’8,2 % rispetto a giugno 2010, mentre la carne suina cresce dell’8,5 %, il caffè è salito del 17,6 %, le uova dell’11,1 %, mentre i prezzi del latte sono del 10,2 % più alti. I prezzi dei supermercati USA saliranno dal 3,5 % al 4,5 % quest’anno, e dal 3% al 4% nel 2012.
Ecco perché il “paniere” dei prezzi preferito dalla Fed è la cosiddetta inflazione “core”, che esclude gli alimentari ed i costi energetici. Ma anche senza tener conto di alimenti ed energia, l’aumento dei prezzi sta iniziando a diventare un vero problema per gli Usa. L’indice “core” dei prezzi al consumo (IPC) è aumentato ad un ritmo dello 0,7% per i tre mesi terminanti a gennaio, ad un tasso del 2,2 % annuo nei tre mesi di marzo, aprile e maggio. E l’IPC core è cresciuto di un altro 0,2% nel mese di giugno.
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.