Il Fondo Monetario Internazionale ha approvato un prestito di 3.2 miliardi di euro per la Grecia che va ad aggiungersi al prestito dell’Unione europea, per scongiurare il primo inadempimento di un paese dell’area dell’euro.
“La Grecia si impegni a garantire il prestito producendo risultati importanti. È anche necessaria una regolazione fiscale durevole, perché il deficit è ad un livello insostenibilmente alto. Il miglioramento della produttività delle riforme deve essere accelerato, perché la crescita non riesce a recuperare ” ha dichiarato l’amministratore delegato del FMI Christine Lagarde.
La decisione segue l’autorizzazione dei ministri delle finanze europei il secondo prestito, mentre proseguono le discussioni su come includere le banche e le assicurazioni in un nuovo pacchetto per la Grecia, che non può tornare ai mercati a causa degli oneri finanziari in aumento. La possibilità di coinvolgere il settore privato è stata criticata dalla Banca Centrale Europea, perché potrebbe innescare un default parziale.
“La sostenibilità del debito della Grecia dipende molto dalla realizzazione tempestiva e vigorosa del programma di aggiustamento, senza alcun margine di slittamento, e con il continuo supporto dei partner europei e il coinvolgimento del settore privato”, ha detto Lagarde. Il FMI, il cui prestito alla Grecia è il secondo più alto nella storia del fondo, non ha discusso pubblicamente la sua partecipazione a un secondo piano di salvataggio. Invece alcuni funzionari come John Lipsky, l’amministratore delegato fino all’arrivo di Lagarde, si sono concentrati sulle misure necessarie per l’erogazione.
Il passaggio parlamentare del nuovo bilancio greco ha dato ai governi dell’area euro la copertura politica per lo sblocco dei fondi. Le prospettive per trasformare i disegni del parlamento greco improntati al risparmio in realtà, sono offuscate da una mancanza di sostegno dell’opposizione e dalla pubblica ostilità che è esplosa in scontri tra rivoltosi e polizia fuori dal parlamento ad Atene.
Lagarde ha detto che il piano del governo di vendere 50 miliardi di euro di beni entro il 2015 è un “punto critico” nella riduzione del debito e nello stimolo della crescita. La Grecia ha ottenuto il primo aiuto nel maggio 2010, sette mesi dopo il paese ha alzato il deficit di bilancio preventivo a quasi il 13 per cento del prodotto interno lordo, tre volte superiore rispetto alle precedenti previsioni e quattro volte oltre il limite UE.
L’incertezza degli investitori sulla capacità della Grecia di ripagare il suo debito ha fatto esplodere i mercati e provocato il contagio su altri paesi dell’area dell’euro, costringendo anche l’Irlanda e il Portogallo in cerca di salvataggi. Il debito greco, già un record europeo del 142,8 per cento del prodotto interno lordo, è destinato a salire al 166,1 per cento l’anno prossimo, secondo le previsioni dell’Unione Europea. Lo sforzo per tagliare il deficit di bilancio pari a circa il 10 per cento del PIL ha approfondito il terzo anno di recessione. Gli esborsi attuali aiuteranno la Grecia a far fronte a circa 4 miliardi di euro di scadenze a luglio, oltre a circa 3 miliardi di euro di pagamenti di cedole nel mese, secondo i calcoli di Bloomberg. Per agosto saranno in scadenza 6,6 miliardi di € di obbligazioni.
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