Il tasso di inflazione negli Stati Uniti si è mosso, in modo sostanzialmente più elevato negli ultimi mesi, ma ci si preoccupa per quella che sarà la sua direzione nei prossimi mesi.
L’indice americano dei prezzi al consumo, che esclude alimentari ed energia, è aumentato dello 0,3 % in maggio rispetto al mese precedente, il più grande salto dal luglio 2008, come osserva il Dipartimento del Lavoro statunitense nel suo comunicato. Su base non arrotondata, questo è l’incremento maggiore dal maggio 2006.
In mezzo a una recente crescita di rapporti, che suggeriscono un rallentamento dell’economia statunitense nel secondo trimestre, alcuni analisti hanno cominciato ad agitare lo spauracchio della stagflazione, ovvero un periodo di prezzi crescenti in mezzo a un rallentamento economico. Il problema è che non è affatto coerente.
Le preoccupazioni circa l’aumento dei prezzi sono perfettamente ragionevoli, specialmente per la Federal Reserve, che guarda con attenzione i prezzi, al netto di alimentari e dell’energia che sono troppo volatili. Se l’inflazione iniziasse ad accelerare, i tassi d’interesse vorranno allontanarsi dai loro livelli prossimi allo zero. In questo momento la Fed si aspetta che il rallentamento economico generale nella prima metà di quest’anno sia transitorio, come nota il suo presidente Ben Bernanke in un discorso della scorsa settimana. Se questo scenario si rivela corretto, la crescita subirà una ripresa nel secondo semestre, per cui l’inflazione sarà una preoccupazione evidente.
Nel frattempo, le preoccupazioni di un rallentamento economico americano, anche persistente, sono perfettamente ragionevoli. Il mercato immobiliare resta nel caos, i dati di produzione continuano a deludere, continue fluttuazioni e salti dei prezzi del petrolio innescati da eventi inattesi in Medio Oriente potrebbero bloccare le spese dei consumatori. Senza tenere conto della crisi del debito in Europa, che presenta potenziali rischi di contagio.
Ma se il rallentamento persiste, finiranno al ribasso pure i prezzi al consumo. Se l’economia peggiora, il mercato del lavoro statunitense comincerà a fare acqua e saranno abbassati i salari, già sotto pressione e messi a dura prova durante la recessione. L’economia finirà a stagnare. Le persone resteranno senza lavoro e non potranno più spendere soldi, mentre le imprese non saranno in grado di recuperare quanto avranno speso per produrre.
Ci sono un sacco di motivi di carattere economico, che mantengono insonne la gente di notte, ma un attacco di stagflazione non dovrebbe essere uno di loro.
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