Nel mese di gennaio i timori degli investitori legati a un incremento del tasso di inflazione in Europa sono cresciuti rispetto al quarto trimestre del 2010, secondo l’ultimo sondaggio condotto da Fitch tra il 7 e il 31 gennaio scorso su un campione composto da investitori detentori complessivamente di 3.700 miliardi di dollari di fixed income asset.
Il sondaggio mostra che la maggioranza degli intervistati vede al rialzo i prezzi nel corso del 2011 insieme all’inflazione. Il 55% del campione intervistato crede l’ inflazione aumenterà nei prossimi 12 mesi, mentre nel sondaggio che risale al quarto trimestre del 2010 la percentuale era del 22% e quella del terzo trimestre era del 12%. Questo ci può far sperare di avere una prospettiva più ottimista per il 2011.
Il sondaggio di Fitch mostra che gli investitori sembrano ritenere che un’accelerazione del tasso di inflazione rifletta semplicemente l’aumento dei prezzi degli alimenti e del petrolio. Le banche centrali potrebbero trovarsi sotto una crescente tensione da parte del mercato perché venga normalizzata la politica monetaria prima del previsto.
Ilaria Fornari, strategist del Gruppo Credem indica che l’aumento nel prezzo delle merci ha innescato una salita generalizzata dell’inflazione, più evidente nei paesi emergenti (mediamente 6%) che in quelli avanzati (mediamente 2%). Al netto di alimentare ed energia, l’inflazione resterà invece più contenuta e prossima al 1,5% ma difficilmente in calo, date le rigidità del prezzo dei servizi nell’area Euro. Anche in Italia, a fronte di contenute pressioni inflattive interne, l’inflazione al consumo potrebbe salire nei prossimi mesi, per effetto del rincaro di materie prime, attestandosi nella media annua poco sopra 2%.
L’impatto dei trend inflattivi sarà maggiore nei paesi emergenti, dove il rialzo dei tassi ufficiali è già iniziato e proseguirà a ritmi più rapidi. Nella media EM infatti, dove l’espansione è più matura, il tasso di utilizzo delle risorse è già risalito sopra i livelli pre-crisi, mentre i tassi ufficiali sono ancora ampiamente inferiori alla media 2006-2007.
La dinamica inflattiva più sfavorevole riflette anche il maggior peso dei prezzi all’origine nel prezzo finale al consumo: l’inflazione alimentare al consumo supera il 12% in Cina, India e Russia, mentre è prossima a 2% in Usa ed area Euro, inoltre il peso dell’alimentare nel basket è maggiore nei EM. Nei prossimi mesi i tassi ufficiali saliranno ancora in vari EM tra cui Cina, India, Brasile, Russia, ma le condizioni monetarie resteranno probabilmente accomodanti anche a fine anno, creando rischi per il 2012.
La Bank of England potrebbe alzare i tassi già il prossimo maggio, quando presenterà il nuovo Inflation Report, dato il previsto rialzo dell’inflazione verso il 4% e le preoccupazioni espresse da alcuni membri del MPC. Nell’area Euro, la BCE dovrebbe invece rimandare il primo rialzo a fine 2011: moderazione salariale e basse pressioni inflattive interne dovrebbero infatti in parte compensare il rincaro delle materie prime.
fonte MilanoFinanza
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