Si profila all’orizzonte un tetto massimo agli aiuti del’unione europea all’agricoltura, almeno per quanto riguarda le grandi aziende: il limite dovrebbe essere fissato con la prossima riforma della Politica agricola comune. L’idea non è nuova per quanto riguarda la commissione, che propone la sua introduzione ogni volta che si deve mettere mano alla politica europea del settore, ma la recente accelerata del commissario competente, Dacian Ciolos, nel corso di una visita in Slovacchia, ha fatto alzare il livello di attenzione di molti.
L’unico documento ufficiale sull’argomento è molto cauto, dato che si limita a paventare la «possibilità di introdurre un massimale per i pagamenti diretti erogati a singole grandi aziende». Il commissario è però andato oltre, dato che in un primo momento ha confermato «l’intenzione della Commissione di proporre il plafonamento per i pagamenti diretti alle grandi aziende», continuando poi a fornire dei dettagli che potrebbero essere utilizzati nella proposta di regolamento che è già in fase di preparazione a Bruxelles.
Nello specifico le idee sono tre, cioè l’occupazione, la sostenibilità e il desiderio di non creare squilibri tra stati: infatti il commissario ha dichiarato: «Terremo conto dei posti di lavoro creati dalle grandi aziende e anche degli sforzi ambientali per produrre in modo sostenibile […]Un’opzione sarà quella di mantenere i fondi generati dal plafonamento all’interno dello Stato membro di provenienza, per utilizzarli in investimenti per la modernizzazione e l’innovazione a beneficio di tutte le aziende, incluse quelle più grandi».